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Sistema Teatrale Veronese Comune di Verona
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ESTATE TEATRALE VERONESE 2024

TORNANO I GRANDI ALLESTIMENTI SHAKESPEARIANI E I CLASSICI. 

GIUGNO IL MESE DELLA MUSICA JAZZ E DI RUMORS. AD AGOSTO PROTAGONISTA LA DANZA.

DAL 21 GIUGNO, OLTRE 50 SERATE DI SPETTACOLO CON ARTISTI ITALIANI E INTERNAZIONALI.

La stagione del Raccolto chiude il triennio della rinascita firmato dal direttore artistico 

Carlo Mangolini

Verona, dal 21 giugno al 20 settembre 2024

Un intreccio indissolubile. Teatro, danza e musica tornano al Teatro Romano di Verona per la 76a Estate Teatrale Veronese. Grande protagonista Shakespeare con i suoi testi più celebri: Amleto, Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate. Dal 21 giugno al 20 settembre il Festival porta a Verona tre mesi di eventi con 15 prime nazionali e 7 coproduzioni. Ben 52 serate di spettacolo dal vivo. Novità 2024 sarà il ritorno dei grandi allestimenti shakespeariani e classici, firmati da registi di fama nazionale e internazionale. E ancora le sonorità del mondo, con un tocco al femminile, e la centralità delle nuove generazioni, con il terzo atto del progetto su Romeo e Giulietta. Grande attenzione anche per gli artisti del territorio, nel teatro come nella danza.

L’Estate Teatrale Veronese 2024 completerà il fortunato triennio della rinascita, firmato dal direttore artistico Carlo Mangolini. Un ritorno alla normalità post pandemia. Dopo gli anni faticosi della SEMINA (2022) e quelli esaltanti della FIORITURA (2023), la stagione approda finalmente al meritato RACCOLTO. Innesti tra classico e contemporaneo permetteranno di abbandonare le forme sceniche monologanti e gli allestimenti ridotti, a favore di compagnie numerose e di regie di qualità.

Nata nel 1948, per la volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolinearne il legame con la città scaligera, presente in Romeo e Giulietta, La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona, l’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di VeronaAssessorato alla Cultura in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. Sponsor del Festival AGSM AIM e Banco BPM.

ARTISTI

Il programma della settantaseiesima edizione, la quinta firmata dal direttore artistico Carlo Mangolini, vedrà sul palcoscenico del Teatro Romano, per la sezione teatro, alcuni tra i migliori attori italiani del momento come Francesco Montanari, Lodo Guenzi, Francesco Acquaroli, Federica Rosellini, Arianna Scommegna, Sara Putignano e l’eterno Franco Branciaroli, ma anche registi di primo livello quali Filippo Dini, Paul Curran, Serena Sinigaglia, Veronica Cruciani, Davide Sacco e Paolo Valerio. Ad accendere la musica saranno, invece, Vinicio Capossela, Mario Biondi, Elio e le storie tese, Paolo Fresu, Uri Caine, Jan Garbarek, Fatoumata Diawara, Ana Carla Maza e Marisa Monte. Infine, per la danza la compagnia COB Opus Ballet con un nuovo allestimento shakespeariano firmato da Davide Bombana, Chiara Frigo con un inedito progetto di comunità e l’immancabile energia dei Momix. 

LOCATION

Come un raccolto abbondante, ricco di tanti sapori, il programma del festival andrà ad abitare luoghi suggestivi di una Verona tutta da scoprire, nella sua folgorante bellezza, fatta di spazi ampi ed accoglienti ma anche di un’inedita intimità. Protagonisti alcuni preziosi compagni di viaggio, che hanno scelto di condividere con la direzione artistica altri sguardi e nuove visioni. Un Festival che prova a sorprendere, puntando sulla qualità degli interpreti e sulla forza evocativa degli allestimenti scenici, per consolidare il coinvolgimento degli spettatori, veronesi e non, con l’intento di rilanciare appieno l’incanto dello spettacolo dal vivo attraverso un fertile dialogo tra le arti. Al Teatro Romano, sede storica del Festival, si affiancheranno il Bastione delle Maddalene e l’intero Quartiere di Veronetta, suggestive location che ospiteranno progetti legati al teatro contemporaneo. Dopo il successo dello scorso anno si rinnova la centralità del Bardo sia nella danza che nella sezione internazionale del Verona Shakespeare Fringe, realizzato in collaborazione con il Centro Skenè dell’Università di Verona e il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. In agosto, al Camploy arriveranno prestigiose realtà provenienti da tutto il mondo. 

“Il teatro è partecipazione, condivisione, crescita personale e comunitaria – dichiara l’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini -. Con questo spirito abbiamo condiviso con il direttore Mangolini il cartellone 2024 dell’Estate Teatrale Veronese. Un programma che porta al Teatro Romano, in una sola volta, i tre titoli più noti della produzione shakespeariana, quali ‘Amleto’, ‘Romeo e Giulietta’ e ‘Sogno di una notte di mezza estate”, tra teatro e danza, per allargare la platea e intercettare pubblici sempre più numerosi e di diversa provenienza. Grazie al sostegno del Banco BPM e di Fondazione Banca Popolare di Verona, confermiamo il progetto ‘Tutti a teatro’, con l’obiettivo di accogliere al Teatro Romano persone fragili e in difficoltà, offrendo loro l’occasione di vivere l’entusiasmante esperienza dello spettacolo dal vivo. Puntiamo, inoltre, su nuove location come il Bastione delle Maddalene, per offrire sguardi inediti sulla città e per fare delle mura cittadine dei luoghi di connessione, anziché dei baluardi difensivi. Valorizzazione dei luoghi, collaborazioni qualificate con i partner privati, partnership autorevoli sul fronte organizzativo e culturale, dialogo con l’Università, con il mondo associativo e con le realtà del sociale, sono tutte manifestazioni di un approccio generativo alla cultura che l’Amministrazione comunale sta cercando di costruire in questi anni. Abbiamo investito in risorse, idee e relazioni, per valorizzare al meglio il nostro Festival, con l’auspicio che si riesca ad ispirare empatia, ad educare su tematiche complesse e a connettere tra loro le persone che assistono agli spettacoli, creando in definitiva un tessuto civico più forte e vibrante”.

“Quella del 2024 è per me la chiusura di un cerchio – afferma il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini -. Sono stati cinque anni entusiasmanti che, come tutti, mi hanno messo duramente alla prova nel delicato biennio pandemico, destabilizzante ma anche sorprendente da tanti punti di vista. Un periodo extra ordinario che è stato ampiamente ripagato dall’agognato ritorno alla normalità che tante emozioni ha regalato a pubblico ed artisti. Un lungo percorso, che ha portato a completare un triennio nato nel segno della Regina Mab, con l’auspicio di raccogliere i frutti di un grande lavoro portato avanti con fatica e con passione. Ecco dunque un programma che celebra al meglio la gloriosa tradizione shakespeariana, con allestimenti all’altezza del palcoscenico del Teatro Romano; che raddoppia i titoli classici, seguiti con crescente interesse e partecipazione negli ultimi anni; che punta sulla valorizzazione dei migliori talenti del territorio, ma che al contempo guarda all’Europa e al Mondo per accogliere le nuove frontiere del teatro shakespeariano e della musica etnica d’autore. Una stagione che si completa per aprirne una nuova, puntando sulle tante sfide che aspettano Verona e il futuro di un festival in piena salute, che vuole essere sempre più internazionale, inclusivo, accogliente, in grado di offrire al suo pubblico non solo intrattenimento ma l’esperienza umana e civica che il teatro continua ad essere da secoli”.

TEATRO

La programmazione dedicata al TEATRO si suddivide in due sezioni: il FESTIVAL SHAKESPEARIANO, nucleo centrale del cartellone, frutto di un impasto di codici che rimettono al centro la scrittura originale, anche in dialogo con la musica e la danza, puntando tutto sul teatro di regia e sulla sezione internazionale del Verona Shakespeare Fringe; e poi il SETTEMBRE CLASSICO, la parte del calendario dedicata al teatro antico, che quest’anno si arricchisce di un altro titolo e rilancia anche il teatro goldoniano.

Progetto fondativo e anima primigenia dell’Estate Teatrale Veronese il FESTIVAL SHAKESPEARIANO tornerà ad abitare il Teatro Romano, e per la prima volta il Bastione delle Maddalene, con cinque titoli di cui tre presentati in prima nazionale.

Il 4 e 5 luglio grande inaugurazione al Teatro Romano con la prima assoluta della nuova versione di AMLETO adattata e diretta da Davide Sacco, una delle voci emergenti della drammaturgia e della regia italiana, con protagonista Francesco Montanari. Un allestimento hard rock che attualizza il più celebre dramma del Bardo, anche grazie alle musiche originali composte per l’occasione da uno dei frontman più carismatici della musica italiana come Francesco Sarcina. Con loro un nutrito cast di attori d’eccellenza, tra i quali spiccano i nomi di Francesco Acquaroli e Sara Bertelà e la partecipazione straordinaria di Franco Branciaroli. Il programma del Romano proseguirà con un dittico incentrato sulla storia d’amore più famosa di tutti i tempi. Da un lato il 17 luglio andrà in scena una nuova versione di ROMEO E GIULIETTA con i giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dall’altro il 18 luglio verrà presentato AFTER JULIET di Sharman Macdonald, ideale prosecuzione del dramma shakespeariano che inizia proprio dove finisce l’altro testo, raccontando con intensità visionaria e lampi di black humor l’amore tra Benvolio, il migliore amico di Romeo, e Rosalina, la cugina di Giulietta. Un’opera legata a doppio filo ai celebri innamorati veronesi, presentata per la prima volta sul palco del Teatro Romano con la regia di Filippo Dini. Questo doppio allestimento chiude il progetto sul mito di Romeo e Giulietta raccontato dalle nuove generazioni, che nel corso del triennio ha visto andare in scena anche “R+G” (2022) e “Romeo e Giulietta # generazionesacrificio” (2023). Dal 10 al 13 luglio abiterà invece il Bastione delle Maddalene il progetto di Casa Shakespeare WELFARE LEAR, firmato da Solimano Pontarollo e Andrea de Manincor, che indaga il tema della vecchiaia e dell’accudimento, con protagonista il volto familiare di Ugo Pagliai. Si tornerà al Teatro Romano con il quinto titolo shakespeariano, la brillante commedia MOLTO RUMORE PER NULLA, in scena in prima nazionale il 25 e 26 luglio, che seguirà le vicende di due coppie di innamorati alle prese con una serie di situazioni assurde e impossibili, prima di poter giungere al tanto agognato lieto fine. Protagonisti Lodo Guenzi e Sara Putignano diretti da Veronica Cruciani, produce La Pirandelliana con il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. 

Chiuderà il cartellone dedicato a Shakespeare la quarta edizione del VERONA SHAKESPEARE FRINGE che, dal 22 al 29 agosto, porterà al Teatro Camploy 8 proposte internazionali, in prima nazionale ed in lingua originale, accompagnate dalla Shakespeare Summer School dell’Università di Verona, per affiancare alla pratica di palcoscenico anche una sezione di studio e approfondimento sulle opere del grande autore e sulla loro inesauribile attualità. Il cartellone del 2024, realizzato in collaborazione con il Centro di ricerca interdisciplinare sul teatro Skenè dei dipartimenti di Lingue e Letterature Straniere e Culture e Civiltà dell’Università di Verona e il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, qualifica ulteriormente la proposta grazie ad artisti di assoluto prestigio quali l’iraniano Ebrahim Poshtkoohi e il taiwanese Wu Hsing-Kuo.

Dopo lo strepitoso successo ottenuto la scorsa estate da “Medea” si arricchisce quest’anno il programma del SETTEMBRE CLASSICO, aprendosi anche al teatro goldoniano con il SIOR TODERO BRONTOLON, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia assieme a CTB Centro Teatrale Bresciano e Gli Incamminati, con protagonista Franco Branciaroli diretto da Paolo Valerio. Tornerà dunque a Verona in prima nazionale, il 4 e 5 settembre, l’esilarante ritratto del despota di una famiglia patriarcale, nella quale chiunque deve dipendere da lui e dai suoi repentini sbalzi di umore. Immancabile l’appuntamento annuale con il teatro antico proposto dalla Fondazione INDA che dal Teatro Greco di Siracusa porterà al Teatro Romano di Verona l’11 e 12 settembre la FEDRA (Ippolito portatore di corona) di Euripide diretta dal regista scozzese Paul Curran, uno dei nomi più quotati oggi nel mondo della lirica. 

Echi classici anche per ELETTRA di Hugo von Hofmannsthal, riscrittura novecentesca dell’opera di Euripide dedicata dall’autore a Eleonora Duse, che però non ha mai recitato nel ruolo pensato per lei. Un omaggio alla potenza catalizzatrice della “divina” come musa ispiratrice, nel centenario dalla sua morte. Una nuova versione diretta da Serena Sinigaglia per il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, in scena al Teatro Romano in chiusura di festival il 19 e 20 settembre, con due straordinarie protagoniste come Federica Rosellini e Arianna Scommegna, rispettivamente nei ruoli di Elettra e Clitennestra.

ll 7 e 8 settembre, infine, le vie del Quartiere di Veronetta saranno animate da Babilonia Teatri con POLIS/CITY/CITTA’ che, a partire da “La Repubblica” di Platone e dal concetto di città ideale, si interrogheranno su quali siano le caratteristiche della città in cui abitiamo, coinvolgendo in prima persona gli studenti dell’Università di Verona. 

DANZA

La sezione danza del 2024 sarà nel segno di Shakespeare, con un cartellone che prova a portare sul corpo storie e personaggi senza tempo. Il FESTIVAL SHAKESPEARIANO in danza avrà il suo fiore all’occhiello nel nuovo progetto coreografico di COB Compagnia Opus Ballet firmato da Davide Bombana. In scena al Teatro Romano l’1 e 2 agosto verrà presentata una versione del SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di sapore beckettiano dove, tra realtà e allucinazione, un gruppo di danzatori saranno chiamati ad impersonare a turno ora un ruolo ora un altro, dando vita ad un gioco imprevedibile e vivace, capace di toccare il cuore dello spettatore. Di tutt’altro sapore il progetto proposto da Chiara Frigo che, ispirandosi alla figura shakespeariana della Dark Lady, darà vita il 27 e 28 luglio al progetto multidisciplinare BLACKBIRD. Si tratta di un’esperienza di arte partecipata che coinvolgerà 9 performer (per lo più under 35) e 99 spettatori. Attraverso uno score coreografico artisti e comunità locali si incontreranno al tramonto con il fine di attivare processi di creazione collettiva. Ultimo titolo evento, in programma al Teatro Romano dal 5 al 17 agosto (escluso l’11 agosto), l’omaggio a Verona dei Momix. La celebra compagnia di danzatori acrobati che tanto ha donato al pubblico della città scaligera, tornerà con un nuovo medley dei loro più iconici pezzi. 

MUSICA

In campo musicale si sviluppa la collaborazione con Eventi Verona per le due stagioni di VERONA JAZZ e RUMORS FESTIVAL, la prima curata da Ivano Massignan, la seconda da Elisabetta Fadini. 

Quattro gli artisti italiani e sei le presenze internazionali previste al Teatro Romano, tra i grandi maestri del jazz, suadenti vocalità femminili della world music e due cantautori di razza. Per il jazz ci saranno Paolo Fresu con il pianista americano Uri Caine il 21 giugno, il sassofonista norvegese Jan Garbarek con il suo gruppo e featuring il batterista indiano Trilok Gurtu il 22 giugno, la violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza il 23 giugno e il 24 giugno l’inconfondibile voce di Mario Biondi. Mentre per Rumors tornano a Verona il 30 giugno Elio e le Storie Tese e il 27 luglio Vinicio Capossela, con un nuovo progetto, e debuttano due autentiche dive della scena internazionale: dalla Costa d’Avorio Fatoumata Diawara il 6 luglio e dal Brasile Marisa Monte il 28 luglio.

INTRECCI

Per il quinto anno consecutivo l’Estate Teatrale Veronese connette il suo cartellone ad altre iniziative ospitate al Teatro Romano, e in altri suggestivi luoghi di Verona, replicando l’esperienza degli INTRECCI DI PROGRAMMAZIONE. Un’apertura a rassegne organizzate da altri soggetti, ma considerate di rilievo e centrali per completare l’offerta culturale nel territorio.  Il senso di un unico grande cartellone orchestrato dall’Amministrazione comunale, per mettere in risalto la vitalità̀ e la varietà̀ di contenuti e di progettualità di spettacolo presenti in città. 

Di seguito le iniziative ricomprese tra gli Intrecci di programmazione caratterizzate da quattro linee di intervento principali: l’approfondimento culturale, la musica popolare, le nuove generazioni e l’immaginario shakespeariano calato nel contesto urbano della città di Verona. 

Intrecci di programmazione sono: FESTIVAL DELLA BELLEZZA a cura di IDEM al Teatro Romano; VENERAZIONI a cura di BOXOFFICE LIVE al Teatro Romano; VERONETTA CONTEMPORANEA ESTATE a cura di Università di Verona nel piazzale esterno del Polo Santa Marta e in altre suggestive location; 

VERONETTA#SPAZIOTEATROGIOVANI a cura di Spazio Teatro Giovani nel parco Santa Toscana; ROMEO E GIULIETTA ITINERANTE a cura di Fondazione Atlantide/Teatro Stabile di Verona al Teatro Nuovo e in centro storico; LA CITTA’ DEI RAGAZZI a cura di Fondazione AIDA a Forte Gisella; FORTE GISELLA IN DANZA a cura di Ersiliadanza a Forte Gisella.

Svelati i primi nomi per l’Estate Teatrale Veronese 2024 al Teatro Romano di Verona!

Il 4 e il 5 luglio, al Teatro Romano di Verona, per la prima volta insieme nell’Amleto, Francesco Montanari e Franco Branciaroli, guidati dalla regia di Davide Sacco.

«Ritorniamo al Teatro Romano con uno dei testi cardine della ricchissima produzione shakespeariana» dichiara Carlo Mangolini, direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese «Il primo Amleto importante della mia direzione. Una versione che ho condiviso con Davide Sacco sposando appieno la sua idea registica, resa speciale da un cast di altissimo livello e da una dimensione musicale inedita che contribuirà a dare un carattere unico a questa nuova edizione del grande classico».

GUARDA LA CONFERENZA STAMPA INTEGRALE!

Francesco Montanari e Franco Branciaroli per la prima volta insieme nell’Amleto diretto da Davide Sacco inaugurano l’Estate Teatrale Veronese

Francesco Montanari debutterà nell’Amleto al Teatro Romano di Verona il 4 e il 5 luglio, in apertura dell’Estate Teatrale Veronese, il festival promosso dal Comune di Verona, confrontandosi con il capolavoro di William Shakespeare nell’adattamento e regia di Davide Sacco. La nuova produzione di Ente Teatro Cronaca e LVF – Teatro Manini di Narni, con la collaborazione produttiva dell’Estate Teatrale Veronese – Comune di Verona, vedrà un cast d’eccezione confrontarsi con le parole del Bardo. Insieme a Montanari, Sara Bertelà e Francesco Acquaroli rispettivamente nei ruoli di Gertrude e Re Claudio, e Gennaro Di Biase nei panni di Polonio. Grandissima attesa per la partecipazione straordinaria di Franco Branciaroli, che interpreterà il Fantasma del Padre di Amleto, centrale nell’ideazione registica di Davide Sacco.

«Ci troviamo oggi a presentare l’appuntamento di apertura del Festival Shakespeariano con largo anticipo rispetto la tradizionale tabella di marcia» dichiara Marta Ugolini, assessora alla Cultura del Comune di Verona «E lo facciamo con una produzione che si annuncia essere un vero e proprio evento. Uno spettacolo che anticipa nel miglior modo possibile la nuova edizione dell’Estate Teatrale Veronese, caratterizzata da titoli noti e allestimenti importanti, capaci di rimettere al centro la scrittura shakespeariana originale, pur se con messe in scene di gusto contemporaneo».

«Ritorniamo al Teatro Romano con uno dei testi cardine della ricchissima produzione shakespeariana» dichiara Carlo Mangolini, direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese «Il primo Amleto importante della mia direzione. Una versione che ho condiviso con Davide Sacco sposando appieno la sua idea registica, resa speciale da un cast di altissimo livello e da una dimensione musicale inedita che contribuirà a dare un carattere unico a questa nuova edizione del grande classico».

«Il mio Amleto», dichiara Francesco Montanari, «è un uomo solo e impreparato davanti al suo destino, guidato, scortato, schiacciato dall’ombra del padre. Sarà una grande emozione debuttare sul palco del Teatro Romano con quest’opera immensa».

«Affronteremo il tema dell’eredità dei padri», dichiara il regista Davide Sacco, già presente nella passata edizione dell’Estate Teatrale Veronese con Napoleone. La morte di Dio interpretato da Lino Guanciale, «parleremo del potere e delle dinamiche familiari. Affronteremo gli spettri dell’Europa che aleggiano sugli uomini, al confine tra un mondo nuovo che sta per sorgere e un mondo oscuro che sta per compiersi».

Il musicista e cantante Francesco Sarcina firmerà le musiche dello spettacolo, le scene saranno di Luigi Sacco, le luci di Luigi Della Monica. Completeranno il cast altri cinque attori tra cui Amedeo Carlo Capitanelli nel ruolo di Orazio.

L’ALTRO TEATRO. MARTEDI’ SERA AL CAMPLOY LA POESIA DI ANDREA ZANZOTTO ISPIRA IL TEATRO DELLA COMPAGNIA ANAGOOR IN ‘ECLOGA XI’

Martedì 27 febbraio, alle 20.45 al Teatro Camploy, la Compagnia Anagoor torna in scena con un progetto teatrale dal linguaggio raffinato ispirato dalla poesia di Andrea Zanzotto. Il Gruppo nella sua produzione artistica è da sempre impegnato a osservare la storia dalla periferia, il rapporto con la tradizione, con la sofferenza per la devastazione e la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate, che emerge con forza in questo nuovo incontro con la parola poetica di Andrea Zanzotto con cui condivido il profondo sentire.

Lo spettacolo Ecloga XI, dal linguaggio affascinante e ricco di contaminazioni, caratteristiche artistiche del gruppo, parte dai testi del poeta di Pieve di Soligo per far emergere la relazione tra politica, lingua, ambiente naturale e paesaggio attraverso linguaggi diversi, da quelli visivi alla poesia appunto, per raccontare il reale e le sue fratture. 

Il titolo di questo lavoro allude alla raccolta di versi “IX Ecloghe” che Andrea Zanzotto pubblicò nel 1962. Il poeta sceglieva per modestia di stare un passo indietro a Virgilio e alle dieci ecloghe delle Bucoliche. Il sottotitolo ‘un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto’, richiama quanto Zanzotto stesso fece con Virgilio.

Non è un gioco di parole, ma la descrizione perfetta di una relazione complessa e vitale con una tradizione precedente, che stavolta Anagoor intraprende con il poeta di Pieve di Soligo, per realizzare il nuovo spettacolo.

Muovendosi tra tecnologia, video e teatro, Anagoor, il pluripremiato collettivo italiano, vincitore del Leone d’Argento per il Teatro alla Biennale Teatro 2018 e di numerosi altri premi in Italia e all’estero, si confronta da anni e con ostinata, ricercata inattualità, con grandi maestri del passato, da Giorgione a Virgilio, fino appunto al poeta Zanzotto. Un lavoro profondo che tra simboli e archetipi conduce a una memoria culturale collettiva. 

Non solo teatro. In occasione dello spettacolo sarà possibile approfittare di altri due appuntamenti. ‘La tragedia della specie’. Installazione video a cura di Anagoor presso Il Meccanico – Grenze Arsenali Fotografici in Via S. Vitale, 2/B, (37129, Verona). Giornate di apertura e orari: 27 febbraio 19 – 20;  2 – 3 marzo ore 10 – 12 e 16 – 19. L’ingresso è gratuito. 

‘Todos los males’ Esordio cinematografico della compagnia Anagoor (Leone d’argento alla La Biennale di Venezia Teatro 2018) nato da una messinscena dell’opera Gli Inca del Perù di Jean Philippe Rameau per la SAGRA MUSICALE MALATESTIANA di Rimini.  Alla proiezione seguirà un incontro con il regista Simone Derai, moderato dal Circolo del Cinema, cui interverranno il docente di lettere Università degli Studi di Verona Massimo Natale e Stefano Soardo, musicista, compositore e Direttore musicale di Fucina.

Martedì 5 marzo alle ore 20.45 al Teatro Fucina Machiavelli (ex Mazziano, via Madonna del Terraglio 10 Verona) Biglietti in prevendita: http://www.fucinaculturalemachiavelli.com/…/todos-los…/

Ecloga XI: testi di Andrea Zanzotto con Leda Kreider e Marco Menegoni. Musiche e sound design Mauro Martinuz, drammaturgia Simone Derai, Lisa Gasparotto, regia, scene, luci Simone Dearai con il sostegno di MiC e Regione Emilia-Romagna.

L’ALTRO TEATRO. GIOVEDI’ SERA AL CAMPLOY LA TRAVOLGENTE COMICITA’ DI PAOLA MINACCIONI NEL MONOLOGO “STUPIDA SHOW”

Giovedì 18 gennaio alle 20.45 appuntamento da non perdere al teatro Camploy. In scena “Stupida Show”, un monologo di stand up comedy per cuori coraggiosicon la travolgente comicità di Paola Minaccioni scritto da Gabriele Di Luca di Carrozzeria Orfeo.

Paola Minaccioni, una delle artiste più amate del teatro, del cinema e della televisione italiana, col suo impetuoso umorismo trascinerà il pubblico nell’inconfessabile e nell’indicibile, nei piccoli inferni personali di ciascuno per dare voce a tutta quella follia e a quelle frustrazioni che ci abitano ma non abbiamo mai avuto il coraggio di confessare a nessuno. Il tutto raccontato attraverso lo sguardo di una donna in grado di trasformare le sue ferite personali e i fallimenti in una comicità travolgente, dove il destinatario del suo dialettico atto terroristico sarà il suo primo avversario naturale: l’amore. 

In Stupida Show Paola Minaccioni non sarà la tenera eroina vittima di un mondo crudele, non sarà la donna da compatire, ma da temere. Si trasformerà in una donna sola e in guerra con la vita, alle prese con un corpo in declino, un’affettività traballante e songi irrealizzabili, antieroe per eccellenza che svela vizi, lati oscuri e follia di chi nella vita sa bene cosa significa inciampare, è stufa di sopportare la retorica qualunquista della contemporaneità e ha voglia di dirne quattro. 

È ‘stupida’ perché racconta il viaggio di una donna da sempre irrisolta, buffa nelle sue grottesche contraddizioni, apparentemente condannata ad inciampare sempre negli stessi errori nelle stesse trappole della vita. In fondo però parla un po’ di tutti, presi nella limitatezza e finitezza. 

Presentato da Carrozzeria Orfeo, Infinito Produzioni e Argot Produzioni, Stupida Show!, per la regia di Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti, è uno spettacolo per cuori coraggiosi: politica, potere, differenze di genere, violenza, maternità, sessualità, razzismo, egoismo, pornografia, famiglia, individualismo, tensioni sociali… sono alcuni dei temi che intende indagare la comicità di oggi nei loro aspetti più scomodi per il nostro presente, con una nuova e diversa chiave di lettura della realtà.

“In un periodo di generale smarrimento e incertezza come quello in cui viviamo – spiega il drammaturgo e regista Di Luca – in un tempo pieno di retorica, slogan, proclami populisti, ipocrisia, divisioni sociali, disonestà intellettuale e finzione, dove l’indagine di alcune tematiche e l’uso di un linguaggio senza filtri vengono condannati da una certa opinione pubblica perbenista, sembra davvero di vivere in un Truman Show. Proprio in questo contesto una comicità dissacrante, che voglia gettare luce sulla realtà e abbattere il muro della retorica, può dare il suo contributo nell’indagare l’uomo e la società contemporanea, offrendo la possibilità di metterci in discussione senza preconcetti e finti perbenismi”.

Il perbenismo, il politicamente corretto e la facile morale, nella stand up comedy sono banditi, perché nelle premesse fondamentali di questo genere non c’è la volontà di rassicurare o intrattenere, ma il desiderio di aiutarci a distruggere a suon di risate il finto set di cartone nel quale siamo imprigionati per svelare la realtà dietro ad esso.

Spettacolo non adatto ad un pubblico di età inferiore ai 14 anni.

Stupida Show: Drammaturgia Gabriele Di Luca, con Paola Minaccioni. Regia di Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti. Musiche di Massimiliano Setti, spettacolo di Carrozzeria Orfeo. Produzione di Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Produzioni, Argot Produzioni e Carrozzeria Orfeo. Coproduzione  La Corte Ospitale, Accademia Perduta – Romagna Teatri, Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival.

L’ALTRO TEATRO. MARTEDI’ AL CAMPLOY “BROKEN SONGLINES – TRE MANOSCRITT” DI MONIKA BULAJ

Performance multimediali, fotografia, luci, suoni, danze per una proposta teatrale suggestiva ed affascinante che vuole dare voce ai più deboli ed indifesi.

Martedì 12 dicembre, alle 20.45, arriva al Teatro Camploy ‘Broken songlines – Tre manoscritti’ di Monika Bulaj, appuntamento in programma per la rassegna L’Altro Teatro che porta a Verona il meglio del teatro e dei linguaggi contemporanei nazionali e internazionali.

Un felice ritrovarsi per gli appassionati che già apprezzano l’artista internazionale e una grande occasione per chi non la conosce. Lo spettacolo è una coinvolgente performance multimediale, una narrazione estemporanea su grande schermo con luci e suoni che danno vita alla scenografia naturale del Teatro Camploy, dove scorrono storie di amori e separazioni, resistenze e fughe, danze sacre e cammini accompagnati dal reportage in azione.

E’ un viaggio con Monika Bulaj tra i confini spirituali, nei crocevia dei regni dimenticati, dove scintillano le fedi e le tradizioni dei più deboli ed indifesi, con la loro resistenza fragile ed inerme, la loro capacità al dialogo e all’incontro. In cammino con i nomadi, minoranze in fuga, pellegrini, cercando il bello anche nei luoghi più tremendi. La solidarietà nella guerra. La coabitazione tra fedi laddove si mettono bombe. Le crepe nella teoria del cosiddetto scontro di civiltà, dove gli dei sembrano in guerra tra di loro, evocati da presidenti, terroristi e banditi.

Il lavoro fotografico che Monika Bulaj porta avanti da anni è un atlante delle minoranze a rischio e dei luoghi sacri condivisi, ultime oasi di incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi, luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi.

Come racconta la stessa Bulaj parlando della performance: “Al centro è il corpo. Chiave di volta e pomo della discordia nelle religioni. Iniziato e benedetto, svelato e coperto, temuto e represso, protetto e giudicato, intoccabile e impuro, intrappolato nella violenza che genera violenza, corpo-reliquia, corpo martire, corpo-trappola, corpo-bomba. Mi piace pensare il corpo come un tempio. Il corpo che contiene il segreto della memoria collettiva. Il corpo che non mente. Il sacro passa attraverso il corpo. Lo trafigge. Nell’arcaicità dei gesti, si legge la saggezza arcana del popolo, la ricerca della liberazione attraverso l’uso sapiente dei sensi”.
E aggiunge che“la fotografia attraverso la formacon la bellezza è uno strumento per andare oltre agli stereotipi, la cosiddetta teoria del conflitto di civiltà che alimenta le guerre. Quindi questo è un lavoro per la pace e per neutralizzare la paura come mezzo per manipolare le masse”.

Se il viaggio fisico prende i passi dalla carta geografica, il nuovo atlante che Broken songlines delinea spezza le mappe mentali alla base delle separazioni e si lascia guidare dai grandi poeti, mistici e filosofi di tutti i tempi nascosti in tre manoscritti, uno buddhista, uno sufi e uno nestoriano.

All’inizio della sua ricerca professionale Bulaj documentava le piccole e le grandi religioni nelle ombre delle guerre antiche e recenti, ora, dice la reporter dell’anima, “raccolgo schegge di un grande specchio rotto, miliardi di schegge, frammenti incoerenti, pezzi, atomi, forse mattoni della torre di Babele… Forse solo questo può fare il fotografo: raccogliere tessere di un mosaico che non sarà mai completo, metterle nell’ordine che li sembra giusto, o forse solo possibile, sognando, quell’immagine intera del mondo che magari da qualche parte c’è”.

In occasione dello spettacolo ed in collaborazione con Grenze-Arsenali Fotografici sarà allestita in mostra una selezione da ‘Il Miracolo degli occhi’, progetto didattico con i ragazzi delle enclave serbe in Kosovo e Metohija. Le fotografie sono state realizzate dai bambini che hanno partecipato al workshop con Monika Bulaj e sono state stampate in Kosovo. Apertura dalle 20.

L’ALTRO TEATRO. MERCOLEDI’ AL CAMPLOY “TIPI UMANI SEDUTI AL CHIUSO” DI LUCIA CALAMARO

La drammaturga contemporanea porta in scena la sua “partitura sentimentale per biblioteche” e le espressioni di umanità che le abitano tra cui fanno capolino Joyce, Pirandello, Santa Teresa, Moliere o Plath.

Mercoledì 6 dicembre, alle 20.45, arriva al Teatro Camploy “Tipi umani seduti al chiuso. Partitura sentimentale per biblioteche” di Lucia Calamaro, appuntamento in programma per la rassegna L’Altro Teatro che porta a Verona il meglio del teatro e dei linguaggi contemporanei nazionali e internazionali.

Lucia Calamaro, considerata una dei maggiori drammaturghi contemporanei, usa la drammaturgia come strumento capace di trovare parole coerenti per descrivere quello che tutti sentono ma non sanno esprimere, indagando profondamente l’essere umano nelle sue pieghe più nascoste e doloranti. Assieme alla regia, ogni suo spettacolo è un sottile lavoro di scrittura e aggiustamento che cuce con cura addosso agli attori e ai corpi che incarneranno le sue parole, in una perfetta sintesi tra letteratura e teatro.

La produzione del TSV -Teatro Nazionale, nata in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova in occasione degli 800 anni di vita, è interpretato da Riccardo Goretti, Lorenzo Maragoni, Cristiano Moioli, Cristiano Parolin, Filippo Quezel, Susanna Re, Simona Senzacqua. 

I tipi umani di Calamaro sono sette persone in una biblioteca dove libri e tavoli diventano un habitat di sicurezza e di conforto, ma anche di litigio e violenza, espressione di un’umanità̀ varia e spesso disperata, problematica ma anche felice, dove fa capolino ogni tanto l’autore del libro che si sta consultando: Joyce, Pirandello, Santa Teresa, Molière o Plath. 

“Questo lavoro – spiega Lucia Calamaro – cerca di tratteggiare attraverso la metafora della circolazione – circolazione delle parole, dei libri, del sangue, degli affetti; attraverso, quindi, il costante flusso dei movimenti che compongono l’andirivieni di un’esistenza, due luoghi particolarmente lontani, ma allo stesso tempo fondanti, dell’umano: l’intelligenza e l’animalità. Luoghi che ci sembra, quando raggiungono i loro rispettivi apici, si trasformano in poesia o in scienza da una parte, e in rabbia e violenza dall’altra. La sensazione, del tutto personale, è che questo presente, che è il nostro, si muova unicamente tra questi due estremi, e oramai da un po’”.

La biblioteca in cui si svolge lo spettacolo è un luogo semplice e circoscritto, affetto da sospettosa nostalgia del Novecento, lento, poco abitato dove il corpo si piega alla téchne della sedia. L’animale umano si china su un libro e la bestia tace. Impossibile leggere o fare altro. La lettura è un’attività esclusiva.

Qui si trova una donna, Simona, che di mestiere scrive, ma non riesce a farlo a casa sua. Il suo immaginario si riattiva solo e unicamente in biblioteche piccole e poco frequentate. Nella mente di Simona appaiono piccole figure minori. Ci sono tre bibliotecari, Riccardo, il nipote Cristiano e Lorenzo, con piccole biografie spampanate. Riccardo, sentimentale e buono senza scampo, ha un figlio in rivolta col mondo, un giovane Cristiano (nome ricorrente di famiglia) sofferto e sfiduciato che ce l’ha su con tutto ma soprattutto con se stesso. La moglie Laura. È via, si è presa una vacanza dalla casa. Torna? Mah. Il nipote Cristiano è un nostalgico dell’Ottocento, non trova pace o conforto alcuno nella contemporaneità, è fuori tempo. Lorenzo è contento di essere lì e di essere bibliotecario. Classicamente innamorato di una ragazza in lotta dichiarata col sistema che proprio non lo vuole, Susanna, che suona note tristi.

Simona fa arrivare in questo biblioteca-tinello di umori e stati d’animo mesti, lo straniero: cerca lavoro Filippo, tipo strano, curatore d’arte d’improbabili artisti conosciuti solo da lui, colto ma d’impianto inaffidabile. I soliti temi bussano alla sua solita vita. I personaggi vanno e vengono. I toni a volte si alzano, il cuore non sa che farci di esser cuore. Certe note assemblate sgocciolano malinconia.

L’ALTRO TEATRO. IL 24 NOVEMBRE ‘CHAMELEONS’, LA NUOVA CREAZIONE DI ERSIALIADANZA CON I LINGUAGGI DELLA DANZA PIÙ INNOVATIVA

Danzare il cambiamento con la nuova creazione di ErsiliaDanza attraverso la quale Laura Corradi propone al pubblico la sua visione di adattamento all’ambiente e alle circostanze.

Secondo appuntamento con la rassegna l’Altro Teatro. Venerdì 24 novembre alle 20.45 in scena  “Chameleons”, la nuova creazione della coreografa Laura Corradi per Ersiliadanza che farà il suo debutto nazionale al teatro Camploy. Nel titolo della nuova creazione artistica la chiave di lettura che cita l’animale che più di ogni altro è simbolo di adattamento all’ambiente e alle circostanze, il camaleonte, metafora artistica e viatico riflessivo. 

L’antropocentrismo ha portato a sfruttare la Terra e i suoi abitanti come fosse un campo di conquista e le sue risorse fossero infinite, senza rispetto, senza cautela, senza pensare al futuro. In alcune circostanze eccezionali, quando la terra ci ricorda che ha già le sue regole e non seguirà le nostre, ecco che si accende potente la necessità di un cambiamento che si misura con la capacità di essere versatili. Come ha teorizzato Bauman, viviamo in una società ‘liquida’, instabile, nella quale nulla ha contorni nitidi, definiti. 

Da qui l’input dello spettacolo che suggerisce il bisogno di “allenarci” al cambiamento, all’adattabilità, ad essere fluidi e volatili, prendere confidenza con l’incertezza, sviluppare una cultura della sperimentazione, un orientamento filosofico alla “prova” ed impostare una relazione diversa con il fallimento per arrivare a considerarlo un passaggio necessario che può arricchire. Come Charles Darwin affermava: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.”

Partendo da queste riflessioni, la compagnia ErsiliaDanza della coreografa Corradi propone una nuova creazione per danzare il cambiamento attraverso un dialogo dei corpi che nella loro camaleontica capacità espressiva possono tutto: sanno assimilarsi per imitazione, sanno cercare nella propria poliedricità, sanno strafare per poi liberarsi quasi di tutto e trattenere solo un piccolo cambiamento. Sanno sperimentare, ricercare, annullarsi e poi rinascere.  

“Il corpo – racconta Laura Corradi – può vivere e morire, e fin dall’inizio impara a crescere e a cambiare, ad evolvere.  Non c’è una meta da raggiungere dopodiché ci si possa fermare, non esiste riposo né la forma perfetta da prendere, ma può raccontare di tutto. Quando ha raccontato la trasformazione ed è un corpo stanco, resta dentro qualcosa che ricomincia a muoversi, che vuole mostrarsi, che scalcia perché vuole uscire. Resta sempre dentro quel formicolio che dice di passare ad altro. La nuvola cambia con leggerezza e si fa trasportare senza resistere al cambiamento, perché le nuvole non sono immobili, come non lo sono i corpi e la vita stessa”.

I camaleonti di ErsiliaDanza mostrano che la versatilità è un requisito raro negli uomini, rinunciare a qualcosa che sembrava un punto fermo, un punto d’arrivo fondamentale, qualcosa attorno a cui non c’erano mai avuto dubbi, cambiare l’obiettivo, saper scegliere un’altra strada, senza necessariamente pensare che sia peggiore.  Ci sono cose che non sono mai state messe in discussione, ma i cambiamenti possono aprire a nuove possibilità. Il cambiamento in sè non è la cosa più dolorosa, solo la resistenza al cambiamento lo è sempre. 

Chameleons: progetto, coreografia e regia Laura Corradi, creato con Tommaso Cera, Alberto Munarin, Gessica Perusi e Midori Watanabe. Assistente di sala Midori Watanabe; luci e allestimento scenico Alberta Finocchiaro; videomaker Carlo Ambrosi; fotografia e grafica Caterina Parona; ufficio amministrativoAnnachiara Peloso. 

SI ALZA IL SIPARIO SU L’ALTRO TEATRO

“Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la liberta” di Mario Perrotta inaugura la nuova stagione al Teatro Camploy dei nuovi linguaggui della scena

Si alza il sipario su l’Altro Teatro. ‘Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà’ inaugura la nuova stagione al Teatro Camploy il 16 novembre alle 20.45 con il primo degli appuntamenti che aprono una finestra sui linguaggi del contemporaneo con il meglio della scena nazionale nel campo del teatro e della danza più innovativa.

La parola letteraria di Italo Calvino viene omaggiata da Mario Perrotta in un’ammaliante, immaginifico, appassionato viaggio interiore tra le parole in libertà del celebre autore.

Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Perrotta in collaborazione alla regia con Paola Roscioli, lo spettacolo non è una mera riflessione intorno alle opere dello scrittore, ma un’esplorazione della libertà e delle sue infinite sfumature e possibilità, una sorta di indagine, tra la letteratura di Calvino e dei suoi personaggi, intorno alle parole libertà e autodeterminazione.

Considerato uno degli artisti di riferimento del panorama teatrale italiano, Perrotta colpisce profondamente spalancando mondi e prospettive attraverso la sua notevole efficacia rappresentativa e una performance forte e convincente: offre al pubblico uno spettacolo sorprendente e intrigante. Motore del racconto in scena è il suo personale viaggio tra le pagine di Calvino.

“In scena un uomo, o meglio la sua voce interiore, – spiega Mario Perrotta -. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondo alla sua urgenza di dire, di agire.” Quest’uomo ha deciso di dare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri e dei sentimenti che lo agitano. Aggiunge Perrotta “Inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del signor Calvino Italo, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro”. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia d’amore impossibile per quel corpo incapace di esprimersi e quella lingua incapace di parlare.

Da “La giornata d’uno scrutatore” passando da Cosimo del “Barone rampante” che cerca negli alberi la via di fuga, a “Palomar” e alle suggestioni de “Le Città invisibili”…  Perrotta traccia un viaggio articolato che suggerisce e provoca emozioni in opposizione ai pregiudizi, autodeterminazione in contrapposizione all’asservimento.

La sua sola presenza che abita lo spazio scenico e l’enfasi musicale delle produzioni originali create con Marco Mantovani, accendono il teatro di narrazione e di parola con emozioni e riflessioni che ispirano nel pubblico un profondo feeling attraverso il tessuto drammaturgico che si muove tra le pagine e i protagonisti dell’enciclopedia calviniana.

La scena è essenziale. Perrotta è seduto su una sedia con i segmenti di un microfono che paiono avvitarsi intorno al suo corpo. Sotto ai suoi piedi dei riflettori creano un’atmosfera sospesa. In questa immobilità inizia il viaggio di Perrotta-Carlvino e si spalanca la vertigine…

Altro Teatro City: un focus che valorizza la produzione dei professionisti veronesi attivi nello spettacolo dal vivo 

Inaugura il 24 aprile la nuova rassegna Altro Teatro/City promossa dal Comune di Verona e organizzata da RSVP – Rete Spettacolo Verona Professionisti in collaborazione con Arteven, ente a cui è demandato l’intero cartellone de L’Altro Teatro.

Altro Teatro/City evoca, fin dal titolo che la Rete ha voluto assegnare alla propria Rassegna, una forte connessione con il cartellone dei colleghi professionisti nazionali che transitano al Teatro Camploy, trovando in “City” il termine che possa declinare propriamente l’aspetto cittadino e il fatto che la produzione di quegli spettacoli nasca e si proponga a Verona. Preme sottolineare, in seno alla Rassegna, l’attenzione dedicata al Teatro Ragazzi, a bambini e giovani, nella forte convinzione che si debba costruire il vero pubblico del futuro.

L’Altro Teatro/City: si rinnova l’opportunità, dopo la messinscena in forma di lettura del “Vajonts” dello scorso 9 ottobre, di specificare al pubblico di Verona, questa volta in una declinazione estesa e prolungata, la natura della RSVP – Rete Spettacolo Verona Professionisti, attraverso un’intera Rassegna presso il teatro Camploy, affidata artisticamente alla Rete stessa.

Si inizia dunque il 24 ottobre con lo spettacolo “Woodstock Rewind”, di Fucina Culturale Machiavelli, scritto e diretto da Sara Meneghetti, con Lorenzo Bassotto, Jessica Grossule, Giuditta Cestari, Stefano Soardo e Nicola Rossin: vecchi hippies e giovani attivisti si sfideranno a colpi di rock e impegno ecologico in uno spettacolo teatrale e musicale, sulla scia dello storico concerto di Woodstock.

Sarà la volta, il 31 ottobre, di Bam!Bam!Teatro con “Moby Dick”, di Lorenzo Bassotto, con lo stesso Bassotto e Roberto Maria Macchi: il fulcro dell’azione è “un’isola di legno e suoni”, come unico ponte per ammirare il maestoso capodoglio, protagonista del romanzo di Herman Melville; due balenieri mancati diventano così i narratori privilegiati della nota vicenda.

Spazio alla danza il 7 novembre con Chiara Frigo, ideatrice e interprete dell’assolo “Matrioska”, presentato in forma di studio: celebrazione di un passaggio, dell’evento che caratterizza ogni fase di transizione di un individuo, la Matrioska è una sorta di cerchio magico, che si apre con un pezzo chiamato “madre” e si chiude con uno chiamato “seme”.

Il 14 novembre, in replica mattutina alle ore 10:00, Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio sarà in scena con “La mia amica Terra. Principessa Malusina”, scritto e diretto da Isabella Caserta, con Elisa Lombardi e Valerio Mauro: spettacolo dedicato ai bambini a tema ecologico, è composto di canzoni e testi che invitano a riflettere sulla cura che ognuno può dedicare alla terra e alla natura.

Il 21 Novembre debutterà invece l’ “Antigone dei barconi” prodotto da Casa Shakespeare, scritto da Andrea de Manincor per la regia di Solimano Pontarollo e l’interpretazione di Anna Benico, Annalisa Cracco, Sabrina Modenini, Enrico Ferrari e lo stesso de Manincor. A partire dall’originale sofocleo, si assiste ad un ribaltamento di prospettiva del potere, rispetto al quale, al tentativo di degna sepoltura, si oppone la meschinità del piccolo o grande affare da farsi sulla pelle degli sventurati.

Il 28 Novembre tornerà a calcare il palco del Camploy Ippogrifo Produzioni con “Tutta colpa di Eva”, scritto e diretto da Alberto Rizzi, che ne è interprete con Chiara Mascalzoni, Carlotta Francescon e Alberto Mariotti: pièce dalle tinte forti, che parla d’amore e menzogne, in cui vittime e carnefici si incontrano confondendosi in una trama avvincente, raccontata con il consueto ritmo serrato che caratterizza la drammaturgia di Alberto Rizzi. 

Nuovamente la danza in scena il 30 Novembre con Arte3 e lo spettacolo “Shakespeare in Waltz”, per l’ideazione e le coreografie di Marcella Galbusera e l’interpretazione di Marco Arzenton, Lucrezia Gabrieli, Marco Mantovani e Manuela Padovani: ispirato a personaggi e temi scespiriani, la performance si avvale di creazioni musicali dal vivo e di ritmi storici del valzer, fino alle più recenti contaminazioni jazz e popolari-contemporanee.

Si ritorna alla prosa con Orti Erranti/Modus Produzioni il 7 dicembre con la messinscena di “Maria. La Callas”, di e con Laura Murari, per la regia di Andrea Castelletti: lo spettacolo, nel centenario della nascita della Divina, ne celebra la straordinaria personalità, colta durante l’ultima notte a Parigi, fra confessioni, fragilità, emozioni, affermazioni, insoddisfazioni, passioni e tormenti.

Punto in Movimento proporrà invece il 14 dicembre “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, di e con Roberto Totola e Marina Furlani, per la regia di Roberto Totola. Nel gioco d’amore, c’è chi ama e chi non ama; Shakespeare ha ben presente ciò che questo significa e ci propone un gioco di specchi di quanto ognuno di noi, in amore, dovrebbe vivere e sentire, attraverso vite e relazioni dei propri personaggi, nel bene e nel male.

Mitmacher sarà in scena il 18 Dicembre con “Maestre – Canto le donne, l’Italia e altre storie”, di e con Giovanna Scardoni, per la regia di Stefano Scherini. “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”. Riprendendo la celebre frase di D’Azeglio, lo spettacolo racconta la straordinaria epopea delle maestre italiane, coraggiose iniziatrici dell’emancipazione femminile.

La Rassegna chiude il 21 dicembre con la danza e con una rete nella Rete, dal momento che la compagnia ErsiliaDanza presenta due performance realizzate da compagini che di ErsiliaDanza sono, nell’occasione, promanazione artistica: Iuvenis danza in “Risonanze”, su coreografie di Greta Bragantini e Giovanna Venturini, con Linda Battocchio, Alessandra Piano, Carlotta Pozza, Monica Zanotti, in cui, attraverso il linguaggio della danza, si costruisce un percorso visivo e sonoro, per cui la relazione corpo-materia viene esplorata con sguardo poetico, nella capacità di instaurare con gli elementi un rapporto armonico; e  Fòv Art Movement, con “Orpheus and the Vultures”, che tratta il racconto di figure di transito nel rapporto tra la vita e la morte, legati a imprese spinte al limite dell’umano, oltre le leggi costituite per seguire altre leggi non scritte, quelle dell’animo.

Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 20:45, ad eccezione dello spettacolo “Principessa Malusina”, dedicato esclusivamente al pubblico scolastico, con inizio previsto alle ore 10:00. Altri evChe cos’è RSVP?  Si tratta di un organismo, per ora di natura informale, composto da 14 realtà professioniste veronesi dello spettacolo dal vivo, che si occupano di danza, teatro e musica. 

È d’obbligo nominarle, in rigoroso ordine alfabetico: Arte3, Babilonia Teatri, Bam!Bam!Teatro, Casa Shakespeare, Chiara Frigo con Zebra Cultural Zoo, ErsiliaDanza di Laura Corradi, Fondazione Aida, Fondazione Atlantide/Teatro Stabile di Verona, Fucina Culturale Machiavelli, Ippogrifo Produzioni, Mitmacher, Orti Erranti/Modus Produzioni, Punto in Movimento, Teatro Scientifico/Teatro Laboratorio. 

Una Rete che, nelle singole unità produttive, è conosciuta da anni, per la realizzazione di spettacoli, rassegne, laboratori, partecipazione a e realizzazione di festival, con la gestione di spazi per lo spettacolo e la formazione, nella convinzione che l’arte e la cultura possano e debbano essere totalmente riconosciute come ambiti professionali, mestieri – usando un’accezione più antica e artigianale – cui dedicare tutte le proprie esistenze. 

14 realtà che hanno deciso, appunto, di costituire una rete, per dialogare e confrontarsi sulle differenze artistiche, per rendere la propria proposta culturale sempre migliore, per costruire rapporti più solidi e virtuosi con l’Amministrazione, affinché il professionismo della cultura e dello spettacolo possano crescere ed ottenere il giusto riconoscimento. Una Rete che ha trovato ascolto e attenzione da parte dell’attuale Amministrazione, segnatamente nella figura dell’Assessora alla Cultura Marta Ugolini, e del Direttore Artistico del Sistema Spettacolo Carlo Mangolini.

La brochure con i dettagli informativi de “l’Altro Teatro/City” è già a disposizione del pubblico interessato (completa di numeri di riferimento e indirizzi mail di ciascuna delle produzioni coinvolte).

Presentata la nuova stagione de L’Altro Teatro al Teatro Camploy!

Oggi è stata presentata in conferenza stampa la nuova stagione 23-24 della rassegna Verona L’Altro Teatro.

Un cartellone che mette insieme compagnie e artisti pluripremiati, le migliori voci della drammaturgia contemporanea, fino ad accogliere esperienze internazionali storicizzate e di nuovo segno nell’ambito della ricerca teatrale.

CON LO SLOGAN: IO SONO NOI L TEATRO CAMPLOY APRE LE PORTE ALLA NUOVA EDIZIONE DELL’ALTRO TEATRO

14 APPUNTAMENTI CON I NUOVI LINGUAGGI DELLA SCENA.

TRA I PROTAGONISTI EMMA DANTE, SOTTERRANEO, MARIO PERROTTA, ANAGOOR, LUCIA CALAMARO, LORENZO GLEJIESES ED EUGENIO BARBA

Il 16 novembre alle 20.45 con S/CALVINO O DELLA LIBERTA’ di Mario Perrotta, ritorna al Teatro Camploy la Rassegna L’ALTRO TEATRO realizzata dal Comune di Verona  – Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Circuito Multidisciplinare Arteven. Una finestra sui linguaggi del contemporaneo che porta a Verona il meglio della scena nazionale nel campo del teatro e della danza più innovativa.

“Il teatro è da sempre un incontro. – dichiara l’Assessora Marta Ugolini – La vita culturale, inclusa la frequentazione dei teatri, è correlata al benessere soggettivo percepito. Anche in questo senso la Comunità Europea auspica un processo di ridefinizione dell’impatto della cultura sulla dimensione sociale e di salute dei cittadini e delle comunità. L’Agenda 2030 indica nell’inclusione e coesione sociale e nel benessere alcuni degli obiettivi strategici dell’azione culturale, e individua nella partecipazione dei cittadini un punto chiave nell’impatto sociale. In breve, insieme è meglio! Il cartellone 2023/2024, ricco di proposte e vario nella sua offerta, è stato costruito con questo spirito – rivolgendosi sia agli spettatori già affezionati al Teatro Camploy che al resto della cittadinanza – certi che il teatro sia uno spazio di cultura viva e incontro”.

“Il teatro è comunità, è un uno che si sente parte di un tutto, un io che diventa noi. – chiarisce il direttore artistico Carlo Mangolini -. Essere pubblico significa condividereun’esperienza artistica, unica ed irripetibile, perché viva tra vivi. Questo permette la costruzione di una relazione con chi è in scena e nutre la relazione tra tutti coloro che prendono parte all’evento. Andare a teatro insieme significa scegliere di vivere con qualcuno un’esperienza significativa, che non si limita a osservare una persona sopraun palcoscenico, ma stimola pensieri, attiva emozioni, crea scambio, sia durante che dopo lo spettacolo. E’ quello che provano a fare gli artisti che compongono il cartellone 2023/24 dell’Altro Teatro, alternando ironia e poesia, memoria e presente, impegno e disincanto, alla ricerca di quella energia che solo gli spettatori in platea sono in grado di restituire loro”.

Il cartellone 23/24 di L’Altro Teatro si rivolge ai tanti spettatori, e ai nuovi che verranno, che la scorsa stagione si sono riconnessi al Teatro Camploy, riconoscendolo come uno spazio culturale vivo, capace di veicolare contenuti significativi, grazie ad artisti attenti alle tematiche da affrontare e alle forme sceniche da presentare, ma anche grazie ad una linea curatoriale capace di dosare generi e stili, sviluppando una narrazione coerente e articolata. La nuova programmazione rilancia pertanto la linea maestra già tracciata con 10 appuntamenti teatrali e 4 di danza, sempre nel segno dell’alta qualità artistica e della varietà di espressioni e contenuti. Un cartellone che mette insieme compagnie e artisti pluripremiati, le migliori voci della drammaturgia contemporanea, fino ad accogliere esperienze internazionali storicizzate e di nuovo segno nell’ambito della ricerca teatrale.

Ampia la presenza femminile a partire da Emma Dante che, grazie al suo “Il tango delle capinere”, riflette sul tempo che passa e sul tema della memoria. Altra attivissima autrice contemporanea, più interessata ad indagare il tempo presente, è Lucia Calamaro che in “Tipi umani seduti al chiuso” descrive una umanità bloccata tra le quattro mura di una biblioteca, in bilico tra minimalismo biografico e vastità letteraria. Chiude questo terzetto di autrici Elvira Frosini, che assieme a Daniele Timpano forma una delle coppie d’arte più esplosive della scena italiana. In “Ottantanova” (Premio UBU 2022 come miglior drammaturgia) il tempo a cui volgono lo sguardo è quello storicizzato del 1789 (Rivoluzione Francese) e del 1989 (Caduta del Muro di Berlino). Due anni cardini, smontanti e rimontanti da questi enfants terribles, con il tratto ironico e dissacrante che ormai li contraddistingue.

Altro Premio UBU 2022, questa volta come miglior spettacolo, quello assegnato al collettivo Sotterrano per “L’angelo della storia”. Un lavoro che assembla aneddoti storici di secoli e geografie differenti, gesti assurdi che raccontano i paradossi di intere epoche, e li mette poi in cortocircuito con il pensiero filosofico di Walter Benjamin, per sviluppare una riflessione su come le narrazioni intervengono nella percezione della realtà.

Continuiamo l’elenco dei premiati eccellenti ospiti della rassegna con Anagoor (Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2018). Il loro ultimo spettacolo “Ecloga XI” è unviaggio nella parola poetica di Andrea Zanzotto, compiuto per condividere con il pubblico la tenacia nel rinnovare la fiamma di un’arte solo apparentemente inascoltata. Dalla parola poetica di Zanzotto si passa a quella letteraria di Italo Calvino, omaggiato da Mario Perrotta in “S/Calvino o della libertà”, un ammaliante, immaginifico, appassionato viaggio interiore tra le parole “in libertà” del celebre autore.

La programmazione si apre alla ricerca internazionale con due nomi prestigiosi come quello di Eugenio Barba Monika Bulaj. Il primo incontra il talentuoso Lorenzo Gleijeses: un giovane attore e il maestro dell’Odin Teatret danno vita ad una brillante partitura fisica di reminiscenza kafkiana in “Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa”. Mentre la Bulaj  in “Broken Songlines tre manoscritti” presenta una performing reportage che racconta attraverso le immagini, le storie, i suoni, i canti, il suo viaggio dalla Cina all’Europa.

Gli ultimi due titoli sono all’insegna del più sfrenato divertimento e riprendono il filone legato alla stand up comedy che lo scorso anno tanto successo ha riscosso grazie a Francesco De Carlo. Tra i protagonisti Paola Minaccioni che, diretta da Gabriele di Luca di Carrozzeria Orfeo, in “Stupida Show” accompagnerà il pubblico nell’inconfessabile, nei nostri piccoli inferni personali, per dare voce a tutta quella follia che ci abita, ma non abbiamo mai il coraggio di confessare a nessuno. Completa il programma Niccolò Fettarappa Lorenzo Maragoni che in “Solo quando lavoro sono felice” propongono una divertente riflessione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi di lavoro con se stessi, sulla disperazione.

Infine le 4 giornate della danza portano al Camploy i lavori di ben 7 compagnie, in un ottica glocale che affianca realtà del territorio a produzioni internazionali, si va pertanto dalla compagnia veronese Ersiliadanzacon “Chameleons”, in prima nazionale, alla compagnia tedesca Tanz Harz con “Gravitas”, alla spagnola La Piel con “Dux”. Completano il programma 4 prestigiose realtà nazionali come il Balletto Teatro di di Torino in “Respira”, la Compagnia Simona Bucci in “Secret”, il Balletto di Sardegna S-Dance Company in “Orfeo e Euridice/Melancholia” e la Compagnia Fabula Saltica in “Delirante tenerezza”.

Informazioni. Programma completo sul sito www.spettacoloverona.it www.comune.verona.it, sulla pagina facebook L’Altro Teatro Verona, sul profilo Instagram L’Altro Teatro Verona.Camploy.

Abbonamenti in vendita dal 13 ottobre al 16 novembre. Biglietti in vendita dal 16 novembre. Gli abbonamenti, nelle varie formule proposte, e i biglietti degli spettacoli sono in vendita da Box Office Verona – via Pallone 16 – tel. 045 80 11 154.

Biglietti ONLINE. I biglietti sono in vendita sui circuiti: www.boxol.it/BoxofficeLive/it www.boxofficelive.it e www.myarteven.it

Si è conclusa la 75° edizione dell’Estate Teatrale Veronese!

3 mesi di spettacoli con oltre 44 mila spettatori e una media di 1000 spettatori a serata, 400 i lavoratori impegnati nel Festival, 600 mila le interazioni sui social. Si è conclusa con questi numeri la 75° edizione dell’Estate Teatrale Veronese.

L’ESTATE TEATRALE VERONESE CHIUDE LA STAGIONE 2023 SUPERANDO I 44 MILA SPETTATORI

AL TEATRO ROMANO UNA MEDIA DI 1.000 PRESENZE A SERATA

E sui canali social è record di interazioni, con quasi 600 mila visualizzazioni in pochi mesi tra interviste, reel dietro le quinte e contenuti inediti

La stagione dei grandi numeri, dell’annunciata e sperata ‘fioritura’. La 75a edizione dell’Estate Teatrale Veronese si chiude con oltre 44 mila spettatori (per l’esattezza 44.226) in meno di 3 mesi. Da Shakespeare, nucleo centrale del Festival, al teatro antico, dal jazz ai cantautori alle sonorità internazionali, dalla danza classica a quella inclusiva, fino al circo acrobatico. Una proposta a 360 gradi che ha accontentato tutti, appassionati e cultori ma anche famiglie e giovani, turisti stranieri e italiani da tutta la penisola. Un Festival che è sempre più conosciuto anche fuori dalle mura cittadine.

A farla da padrone il Teatro Romano, con quasi 35 mila spettatori totali per 35 serate di teatro, musica e danza. Praticamente una media di circa mille presenze per ogni data (erano 866 nel 2022), oltre cento spettatori in più a serata rispetto all’anno scorso. Da “Le allegre comari di Windsor” dirette da Andrea Chiodi alla “Medea” con Laura Marinoni, dall’ironia di Andrea Pennacchi nel raccontare il suo rapporto con Shakespeare al “Romeo e Giulietta #generazionesacrificio” con gli adolescenti guidati da Silvia Masotti e Camilla Zorzi, dal concerto di Tony Hadley all’esibizione di Lindsey Stirling e poi ancora “Alice in Wonderland” del Circus Theatre Elysium di Kiev, con tantissime famiglie e bambini entusiasti, anche sotto la pioggia. Sono questi i titoli più seguiti del 2023, in un teatro sempre più inclusivo e aperto a diversi tipi di pubblico.

Una stagione che crea indotto culturale, economico e occupazionale. Sono stati oltre 400 i lavoratori e professionisti impegnati per gli spettacoli, tra tecnici, maschere, personale di sorveglianza-sicurezza, staff di produzione, artisti, musicisti, maestranze e addetti alla biglietteria.

Dal 20 giugno al 13 settembre il Festival organizzato dal Comune di Verona ha portato in città 14 prime nazionali e 7 coproduzioni, confermando di essere punto di riferimento nel panorama culturale nazionale. L’Estate Teatrale Veronese 2023, curata dal direttore artistico Carlo Mangolini, è stata realizzata in collaborazione con Arteven, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. E il sostegno degli sponsor Banco BPM, AGSM-AIMConsorzio Vino Durello e Air Dolomiti.

Grande successo di pubblico anche fuori dal Romano. Al Teatro Camploy il Verona Shakespeare Fringe Festival, sezione internazionale dell’Estate Teatrale realizzata in collaborazione con il Centro di Ricerca Skenè dell’Università di Verona e il Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale, ha registrato 1.400 spettatori, quasi il doppio dello scorso anno.

Altri 7.950 gli spettatori nelle diverse sedi del Festival per gli Intrecci di programmazione: 528 presenze nei Musei Lapidario Maffeiano e Archeologico Cavalcaselle, 2 mila per il progetto dell’Università Veronetta Contemporanea e altrettanti al Parco Santa Toscana per Spazio Teatro Giovani, 1.356 alla Città dei Ragazzi di Fondazione Aida, 1.843 per il “Romeo e Giulietta” itinerante del Teatro Stabile di Verona – Fondazione Atlantide e 250 a Porta Palio per le serate di Commedia dell’Arte curate da Teatro Scientifico.

A tracciare il bilancio della stagione 2023, questa mattina, a Palazzo Barbieri, l’assessora alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini, il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini e la vicedirettrice di Arteven Patrizia Boscolo, insieme ai rappresentanti di produzioni, istituzioni, sponsor che hanno collaborato alla riuscita del Festival.

“Vorrei iniziare ricordando Pierluca Donin, direttore di Arteven, che era qui con noi per la conferenza stampa di lancio e che ci ha lasciato poco fa. A tutto lo staff di Arteven, senza cui questa stagione non sarebbe stata possibile, va tutta la nostra solidarietà e amicizia – esordisce l’assessora alla cultura Marta Ugolini -. Ringrazio il direttore artistico Carlo Mangolini assieme a tutti i professionisti, gli artisti, le lavoratrici e i lavoratori (oltre 400 addetti) che hanno reso possibile una programmazione di tre mesi di spettacolo, con oltre cinquanta serate tra il Teatro Romano e gli altri luoghi iconici della città, con un programma ricco e variegato, andato in scena di fronte a un pubblico numeroso, superiore di circa cento persone ogni sera, che significa una media di oltre mille spettatori a sera, nel solo Teatro Romano. Lo sforzo, anche finanziario, profuso da parte del Comune di Verona, è volto a portare a teatro le persone che non ci sono mai state, come i giovani o chi cede al pregiudizio che a teatro ci si annoi. Continueremo a impegnarci per espandere il nostro pubblico”.

“Entrando a Teatro Romano la sensazione è quella di essere in una grande famiglia – afferma Patrizia Boscolo, vicedirettrice di Arteven -. Una magia che durante l’Estate Teatrale Veronese si compie e si moltiplica non solo in riva all’Adige ma in maniera diffusa in tutti i luoghi coinvolti dal Festival, dove gli spettatori vengono accolti come fossero a casa. La volontà di lavorare su una proposta multidisciplinare, inoltre, ha permesso di comporre un mosaico unico aperto a un pubblico diversificato”.

“Questo è un momento di grande gioia – conclude il direttore artistico Carlo Mangolini -, è stato fatto un lavoro immane per raggiungere questi numeri e risultati, in un periodo difficile, in cui a livello nazionale l’andamento generale non è così positivo. A Verona c’è grande fermento culturale e un pubblico che ha voglia di arte e spettacolo. Tra i ricordi più belli di questa estate, sicuramente il teatro colorato sotto la pioggia durante una delle serate di Alice in Wonderland. Genitori, bambini e ragazzi, attrezzati per il maltempo, sono rimasti fino all’ultimo minuto regalandoci una grande emozione. C’è stato poi il debutto di Romeo e Giulietta di Spazio Teatro Giovani, è stato coraggioso portare degli adolescenti sul palco, un rischio bellissimo che ci ha dato una enorme soddisfazione. E infine Medea, due serate da tutto esaurito, con Laura Marinoni che ha avuto grandi ovazioni da rock star”.

PROSA. Il tutto esaurito è stato registrato da Medea di Euripide con Laura Marinoni per la regia di Federico Tiezzi. Lo spettacolo, prodotto da Fondazione INDA, è risultato il più visto della stagione con 2.968 spettatori, seguito da Andrea Pennacchi con il suo Shakespeare & me, che ha registrato 2.488 ingressi. E poi ancora l’emozionante e commovente Romeo e Giulietta #generazionesacrificio di Spazio Teatro Giovani con 1.944 persone presenti, un tripudio per i ragazzi in scena assieme a Giuseppe Sartori. Le Allegre Comari di Windsor con Eva Robin’s diretta da Andrea Chiodi hanno totalizzato 1.514 spettatori in due serate. E poi da ricordare le date celebrative di Letti d’amore con Giuliana De Sio, Filippo Dini, Francesco Montanari, Laura Morante e Andrea Bellacicco, e la partecipazione straordinaria della Banda dell’Esercito Italiano tra le vie della città con centinaia di persone che hanno seguito il concerto itinerante. Aspettando Re Lear ha portato a Verona Alessandro Preziosi, Nando Paone, Roberto Manzi, Federica Fresco, Valerio Ameli e le opere di Michelangelo Pistoletto. Napoleone. La morte di Dio di Davide Sacco ha colpito il pubblico con l’interpretazione di Lino Guanciale.

DANZA. Sfiorano quota 10 mila le presenze che hanno seguito gli appuntamenti di danza, con 7.140 spettatori per le sei serate di Alice in Wonderland-reloaded del Circus Theatre Elysium di Kiev. Grande successo anche per Giulietta e Romeo del Balletto di Roma, che ha registrato 1.939 spettatori e la danza classica di Preludes of Juliet con Anbeta Toromani e Alessandro Macario.

MUSICA. Tutto esaurito per l’esibizione di Tony Hadley che ha fatto parlare l’Italia intera con i suoi 1.716 fan in un Teatro Romano indimenticabile. Così come è stato per i 1.600 spettatori di Lindsey Stirling e i 1.578 degli Incognito. “Rumors Festival”, sezione musicale curata da Elisabetta Fadini, e “Verona Jazz”, curato da Ivano Massignan, hanno registrato 8.108 presenze totali, a conferma del successo delle proposte musicali internazionali.

Nel conteggio del Teatro Romano rientrano anche “Venerazioni” e “Folk Festival”, le due rassegne curate da Boxoffice, che hanno registrato 2.590 spettatori con Xavier Rudd e Paola&Chiara. Così come la data unica di “Zorba il Greco” che ha visto il ritorno di Fondazione Arena al Teatro Romano. Un tripudio da 1.720 spettatori per la grande danza classica.

TUTTI A TEATRO. Un successo anche il progetto voluto dall’Amministrazione comunale per abbattere le barriere economiche e cognitive, oltre agli stereotipi, in grado di tenere lontane le persone svantaggiate dalla vita culturale. Nel corso di otto serate, ben 150 utenti delle cooperative e associazioni di assistenza del territorio hanno potuto assistere agli spettacoli del Romano. Grazie alla collaborazione dell’Assessorato alle Politiche Sociali, al contributo di Fondazione Banca Popolare di Verona e Banco Bpm, alla partecipazione di Spazio Teatro Giovani, è stato garantito non solo l’ingresso gratuito ma anche un servizio di accompagnamento e mediazione culturale.

SOCIAL. Importante l’attività e la risposta dei social. In tre mesi, sono state 565 mila le persone che hanno visto i contenuti dalle pagine facebook e instagram del Festival, a fronte delle 188 mila dell’anno scorso. Contatti veronesi ma anche da Roma, Milano, Mantova e Padova. I nuovi canali di comunicazione sono entrati finalmente a pieno regime, dopo l’esperimento dello scorso anno, con contenuti originali, reel da dietro le quinte e prove d’attore. Così come foto, video e interviste con artisti, registi e autori. E tanti backstage. Sulla pagina facebook si sono aggiunti 1.830 nuovi follower, arrivando a quota 9246 ‘seguaci’. Più che raddoppiati i follower di instagram arrivati a quota 2.568, 1.430 in più rispetto al 2022.

Un feedback importante è arrivato anche dai media. Hanno scritto e parlato del Festival numerose testate nazionali, tra cui Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, Ansa, Hystrio, Corriere dello Spettacolo, The Theatre Times, Artribune, TV2000, Rai, TgSky24, L’Arena, Today.it, Teatro.it, Oggi, La Voce di New York, Famiglia Cristiana, Radio Rai 1, Radio Montecarlo. L’Estate Teatrale Veronese ha trovato grande spazio su tutte le testate locali e regionali, che seguono assiduamente gli appuntamenti estivi, con approfondimenti e interviste.

MEDEA di Euripide, regia di Federico Tiezzi, con Laura Marinoni.

Estate Teatrale Veronese ha accolto Fondazione INDA – Teatro Greco di Siracusa nell’incantevole cornice del Teatro Romano di Verona. Per due serate il palcoscenico si è trasformato in Corinto, luogo in cui si consuma il dramma struggente di Medea, che arriva ad uccidere i suoi figli per vendicarsi del marito Giasone.

Intervista ad Alessandro Averone

Alessandro Averone racconta il suo personaggio all’interno del dramma di Euripide: Giasone, il marito di Medea.

Intervista a Laura Marinoni, attrice protagonista in MEDEA di Euripide

L’attrice Laura Marinoni ai nostri microfoni presenta il suo personaggio. MEDEA di Euripide (produzione Fondazione INDA – Teatro Greco di Siracusa) in scena il 12 e il 23 settembre al Teatro Romano di Verona.

Andrea Pennacchi in “Shakespeare & Me – Ovvero come il Bardo mi ha cambiato la vita”

Sul palco del Teatro Romano di Verona, il grande Andrea Pennacchi, accompagnato dalle note di Giorgio Gobbo, ha indagato il suo rapporto con William Shakespeare in un accattivante monologo personale, che ha strappato le risate del pubblico.