Il direttore artistico della compagnia Naturalis Labor racconta il lavoro di ricerca che ha permesso di realizzare e portare in scena ‘Othello Tango’. E come la danza può essere valore aggiunto per l’opera shakespeariana. Parola di Luciano Padovani!
Othello Tango, in scena passione e gelosia
La potenza del tango, la forza dei sentimenti. La Compagnia Naturalis Labor torna ad esplorare Shakespeare attraverso il linguaggio della danza. Uno dei testi più conosciuti del Bardo, l’Othello, portato in scena da un cast di undici danzatori in prima nazionale per l’Estate Teatrale Veronese. Un altro successo firmato da Luciano Padovani.
Othello Tango. A Teatro Romano passione e sensualità con i danzatori della Compagnia Naturalis Labor
La potenza del tango, la forza dei sentimenti. La Compagnia Naturalis Labor torna ad esplorare Shakespeare attraverso il linguaggio della danza. Uno dei testi più conosciuti del Bardo, l’Othello, sarà portato in scena da un cast di dodici danzatori per l’Estate Teatrale Veronese. Unico appuntamento, martedì 26 luglio, alle ore 21.15, al Teatro Romano.
Per la prima volta, quest’anno, anche la sezione danza del Festival viene dedicata all’opera shakespeariana. Dopo ‘Giulietta’ con Eleonora Abbagnato, ‘Othello tango’ sarà un’altra prima nazionale, ideata da Luciano Padovani, direttore artistico della compagnia Naturalis Labor che fonderà la danza contemporanea ad uno dei più noti balli di coppia.
Al centro la passione e la sensualità. Jago tesse una trama che porta alla morte di Desdemona e di Othello. Il vero protagonista è proprio lui, colui che cospira, si insinua, che spia, suggerisce, manipola. Othello ne è vittima come la innocente Desdemona. Ma se quest’ultima rappresenta l’innocenza, l’amore e l’inconsapevolezza, Othello con la sua gelosia è il lato oscuro del nostro mondo relazionale. Attorno a questi tre personaggi appaiono le ombre, ‘gli uomini neri’, quasi dei servitori di scena, prolungamento della gelosia di Othello o della perfidia di Jago. Il coreografo Luciano Padovani con un linguaggio sempre in bilico tra il tango e la danza ci racconta una storia di amore e di morte. Un lavoro attento con un cast di dodici poliedrici danzatori/tangueros realizzato con l’aiuto dell’inseparabile Mauro Zocchetta (scene), Carlo Carcano (musiche originali), Chiara Defant (costumi) e Thomas Heuger (luci).
Sul palcoscenico Anibal Castro, Jessica D’Angelo, Loredana De Brasi, Samuele Fragiacomo, Roland Kapidani, Roberta Morselli, Elisa Mucchi, Francesco Pacelli, Roberta Piazza, Andrea Rizzo, Ayelen Sanchez, Walter Suquia.
La Compagnia Naturalis Labor è nata nel 1988 e svolge un continuo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi delle arti performative. Progetta e realizza spettacoli ed eventi unici avvalendosi di collaborazioni con realtà nazionali ed europee. I suoi spettacoli sono stati prodotti ed hanno debuttato in teatri, festival e rassegne in Italia e all’estero (Francia, Scozia, Austria, Germania, Svizzera, Romania, Turchia, Grecia).
Ulteriori informazioni sul sito www.spettacoloverona.it.
Biglietti in vendita al Box Office Verona di via Pallone 16. Online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it/boxofficelive. Nella serata di spettacolo, direttamente a Teatro Romano, dalle ore 20. Ingresso a 8 euro per studenti delle scuole superiori. Riduzioni per universitari iscritti all’Esu, under 26 e over 65.
La poesia di una sera
La colonna sonora di un sogno. In riva all’Adige! Grazie ai Kings of Convenience per aver regalato a Verona un’atmosfera unica.
Una magia che si replicherà con le sonorità del tango, martedì 26 Luglio!
A Verona il duo norvegese Kings of Convenience. Teatro Romano sold out
I Kings of Convenience tornano in Italia. Dopo il successo dello scorso autunno, il duo norvegese formato da Erlend Øye e Eirik Glambæk Bøe arriva a Verona per il tour estivo. E sabato 23 luglio salirà sul palcoscenico del Teatro Romano, già sold out da settimane.
Rumors Festival porta in città i suoni del presente. Il concerto rientra nel cartellone dell’Estate Teatrale Veronese, rassegna organizzata dal Comune di Verona. La serata è realizzata in collaborazione con DNA concerti.
“Peace or Love”, ultimo album del duo, rappresenta il sound di due vecchi amici che esplorano l’ultima fase della loro vita insieme e trovano nuovi modi per catturare quella magia inafferrabile. Registrato in 5 anni in 5 città diverse, l’album è fresco come l’arrivo della primavera: 11 canzoni sulla vita e sull’amore con la tipica bellezza seducente, la purezza e la chiarezza emotiva che ci si aspetta dai Kings of Convenience.
Eirik Glambeck BoE e Erlend Oye si sono conosciuti a scuola a Bergen, in Norvegia, ed hanno suonato nella stessa band, gli Skog, prima di sciogliersi e formare il duo nel 1999. Padri del new acoustic movement, pionieri di una nuova ondata di musica intima ed acustica, fautori di un soft pop d’atmosfera per lenire l’anima (Billboard), definiti all’esordio dal Guardian come una confluenza deliziosamente malinconica di Simon and Garfunkel, Nick Drake, Astrud Gilberto e i Pet Shop Boys, i Kings Of Convenience hanno conquistato e incantato il mondo intero con i loro 3 album e raggiunto le vette delle classifiche con indimenticabili canzoni sofisticate e delicate come “Misread”, “I’d Rather Dance with You” e “Mrs. Cold”.
Giulietta e l’amore in tutte le sue sfaccettature
Una bambina assorta in romantici sogni ad occhi aperti. Una Giulietta adulta, bellissima e appassionata, accanto al suo innamorato. Un “Romeo” contemporaneo. E l’amore in tutte le sue sfaccettature.
Spoiler in corso… E domani si replica!
La danza si fa emozione per raccontare il mito shakespeariano.
Madre e figlia, Giuliette per una notte
Eleonora Abbagnato e Julia raccontano l’emozione di essere insieme sul palcoscenico. Tante prime volte, è infatti anche il loro debutto al Teatro Romano di Verona! Lo spettacolo ‘Giulietta’ di Daniele Cipriani replica venerdì 22 luglio, alle ore 21.15. Quest’anno Shakespeare è a passo di danza!
Ph: Graham Spicer
Gli scatti del fotografo Graham Spicer
L’occhio di Graham Spicer immortala ‘Giulietta’. E ci regala in anteprima alcuni scatti dello spettacolo portato in scena da Eleonora Abbagnato e la figlia Julia. Una prima mondiale che vede sul palcoscenico anche i ballerini Davide Dato,Tommaso Beneventi, Lorenzo Alberti, Vsevolod Maievskyi, Michele Satriano e Rebecca Bianchi. Dal vivo i pianisti Marcos Madrigal e Alessandro Stella.
Una prima mondiale da non perdere. Ultima occasione a Verona venerdì 22 luglio, ore 21.15.
‘RACCONTO D’INVERNO’, sulla Terrazza di Giulietta va in scena la fiaba firmata da Piermario Vescovo
Sulla Terrazza di Giulietta, a ridosso del celeberrimo balcone, il 19 luglio debutta in prima assoluta Racconto d’inverno, fiaba per voci e figure da The Winter’s Tale di Shakespeare. Adattamento e regia sono di Piermario Vescovo, figure e costruzione di Antonella Zaggia.
Dopo il Museo Lapidario Maffeiano un altro luogo speciale della città ospita una produzione dello Stabile di Verona nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese. Il 20 luglio regista e interpreti incontreranno il pubblico. Dopo la “prima” di martedì repliche il 20, 21, 22, 23, 25 e 26 luglio sempre alle ore 21. In scena Manuela Muffatto, Marika Tesser e la stessa Zaggia. I costumi sono di Caterina Volpato, le luci di Nicola Fasoli, la produzione è di Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona.
Il titolo di questa tragicommedia del 1611 s’ispira a una richiesta che Ermione fa a suo figlio Mamilio: “siediti e raccontami una storia”. “Lieta o triste?” chiede il bambino. La madre la vorrebbe più lieta possibile, ma il figlio risponde che una favola triste è più adatta per l’inverno. Perché l’inverno? Perché è la stagione in cui si raccontano le favole, nelle lunghe notti, davanti al fuoco? Oppure perché è una metafora della vita, che attende, dopo vicende oscure e traversie, una redenzione in tempo d’estate?
“Racconto d’inverno – dice Piermario Vescovo – fa seguito al nostro Titus presentato nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese 2021 e continua un progetto dedicato a Shakespeare che intende unire ‘teatro di persona’ e ‘teatro di figura’. Rispetto alle più ampie dimensioni di durata e organico del precedente spettacolo (otto attrici e un attore-narratore) Racconto d’inverno presenta il respiro di un teatro ‘da camera’, con un piccolo organico e mezzi essenziali. Tre attrici, narratrici e manovratrici di burattini, con un cerchio di spettatori raccolto intorno ad esse, danno vita a questa ‘fiaba con figure’. La prima tentazione di mettere in scena questo testo è venuta dalla sua composita varietà, dalla sua inverosimile mescolanza, quasi da repertorio burattinesco, in cui stanno indifferentemente insieme antico e moderno, e l’oracolo di Delfo sta insieme ad Ermione, figlia dell’imperatore della Russia. Ma più forte e decisiva è sembrata l’irriconducibilità a qualsiasi psicologismo dei personaggi e dei loro improvvisi mutamenti. Li domina, come un burattinaio, il Tempo che opprime e redime: fools of time appunto, zimbelli del suo gioco, secondo la memorabile definizione di Northrop Frye. E Shakespeare lo fa infatti, direttamente, intervenire in scena, in funzione di Coro, a giustificare il salto nella rappresentazione di ben sedici anni, chiedendo agli spettatori di immaginare di avere nel frattempo dormito, rivendicando la libertà del drammaturgo di narrare e mettere in scena allucinazioni e fantasmi, tra il passato e ciò che non è ancora, per mostrare un ‘luccichio del presente’ allo spettatore e sottolineare il ‘divenire opaco’ di ciò che immediatamente svanisce quando lo si rappresenta e racconta. Il presente adattamento ha come scopo proprio quello di fare dell’intreccio l’oggetto stesso dello spettacolo, nella scommessa di dare risalto alla costruzione geometrica del testo. Testo che abbiamo abbondantemente tagliato ma di cui abbiamo conservato la struttura e fedelmente tradotto nelle parti scelte, alternando la prosa al verso come nell’originale, per provare, nei limiti del possibile, a conservarne l’articolazione e il respiro. Shakespeare ha scritto nello stesso periodo Il racconto d’inverno e La tempesta, le sue due creazioni ultime e finali, con una scelta opposta e profondamente coerente, concedendosi la massima dilatazione e la massima concentrazione del tempo: sedici anni contro un giorno, di cui si richiamano via via le ore e si contano i minuti; la scansione dell’orologio meccanico contro il brusco capovolgimento della clessidra. La magia di Prospero escogita una vendetta, che si trasforma in perdono, nel tempo che coincide con quello vissuto dallo spettatore a teatro. Il gioco spietato e gratuito che investe Leonte, Polissene ed Ermione, e a distanza di una generazione Perdita e Florizel, che fa di essi i burattini del destino, è diretto dal Tempo medesimo – conclude Vescovo – che tutti mette alla prova e dal suo sguardo onnipresente”.
Nell’ambito di Cantieri shakespeariani, approfondimenti sugli spettacoli del Bardo proposti dall’Estate Teatrale Veronese 2022, mercoledì 20 luglio alle 18, nel Piccolo Teatro di Giulietta del Nuovo, Piermario Vescovo e le tre interpreti di Racconto d’inverno incontreranno il pubblico. L’ingresso è libero.
Ulteriori informazioni sul sito www.spettacoloverona.it.
Bigliettiin vendita al Box Office Verona di via Pallone 16. Online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it/boxofficelive. Al Teatro Nuovo di Verona, piazza Viviani 10, dal lunedì al sabato ore 16.30-19.30, nei giorni di spettacolo fino alle 21, tel. 0458006100.
‘GIULIETTA’. Eleonora Abbgnato e sua figlia Julia, per la prima volta insieme al Teatro Romano
In prima assoluta all’Estate Teatrale Veronese, il 19 e 22 luglio lo spettacolo di Daniele Cipriani. Promo 10 euro per le scuole di danza e per chi ha il biglietto dello spettacolo “Roberto Bolle and friends” di Fondazione Arena
Alla piccola grande donna immortalata da William Shakespeare è dedicato questo spettacolo in cui le arti della musica, della danza e della poesia si uniscono per dipingere a colori – ora delicati, ora vivissimi – un ritratto nuovo della più celebre veronese di tutti i tempi e di ciò che rappresenta. Ad incarnarla, la ballerina Eleonora Abbagnato, direttrice della Compagnia di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già étoile dell’Opéra di Parigi, e la figlia Julia Balzaretti. ‘Giulietta’, a cura di Daniele Cipriani, sarà in prima assoluta il 19 luglio al Teatro Romano di Verona, nell’ambito della 74a Estate Teatrale Veronese, con replica il 22 luglio.
Una bionda bambina assorta in romantici sogni ad occhi aperti: una piccola Giulietta dei nostri giorni la quale immagina se stessa adulta, bellissima e appassionata, accanto al suo innamorato. Si assomigliano la piccola e la grande Giulietta, poiché la donna è Eleonora Abbagnato, la bimba Julia Balzaretti, figlia dell’étoile, anni 10, che (guarda caso), porta lo stesso nome dell’eroina veronese. Il “Romeo” contemporaneo, quintessenza del giovanotto “cool” secondo i parametri della fantasia infantile odierna, è Sasha Riva. Le sorprese di questo balletto saranno tante: presente, futuro e anche passato (con reminiscenze di Capuleti e Montecchi) si fondono, mentre un amico immaginario (Simone Repele) scandisce il tempo a giri di bicicletta.
Ascolteremo non le celeberrima partitura Romeo e Giulietta di Prokofiev, ma altre pagine musicali ispirate alla tragedia scespiriana, eseguite dal vivo in palcoscenico da due virtuosi del pianoforte, Marcos Madrigal e Alessandro Stella che ne eseguiranno le trascrizioni, piuttosto inusuali, per due pianoforti, diventando protagonisti dell’azione stessa anch’essi, insieme ai ballerini.
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Biglietti in vendita al Box Office Verona di via Pallone 16. Online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it/boxofficelive. Nelle sere di spettacolo, direttamente a Teatro Romano, dalle ore 20. Speciali riduzioni per studenti delle scuole superiori, under 26 e over 65.
Ingresso a 10 euro per le scuole di danza e per chi ha già acquistato il biglietto dello spettacolo Roberto Bolle and friends” che si terrà in Arena.
Eleonora Abbagnato e Michele Satriano, fresco di nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, interpretano il passo a due dal balletto Rosso e Nero, creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady e rimontato qui da Giovanni Di Palma. Se il filo conduttore è chiaramente l’amore in tutte le sue sfaccettature, al noto slogan della rivoluzione psichedelica degli Anni ‘60 viene aggiunto un elemento che fa riferimento sia all’odierno riconoscimento dei diritti LGBT, sia alla pressante esigenza di ricercare una pace sul nostro pianeta: Giorgio Mancini crea Rainbow, Love & Peace sulla West Side Story Suite per due pianoforti di Leonard Bernstein. West Side Story trasponeva la vicenda da Verona a New York; il balletto di Mancini, anch’esso presentato qui in prima assoluta, invece non ci parla di amanti provenienti da etnie diverse oppure da famiglie rivali. Evoca invece l’amore tra persone dello stesso sesso, andando comunque ‘oltre l’arcobaleno’ per raggiungere una fratellanza più estesa. Molti “Giulietti”, e una “Giulietta”, si fanno rappresentanti dei temperamenti umani (qui sono sei, non più quattro), ognuno simboleggiato da un colore diverso della iconica “Rainbow Flag: a Davide Dato (étoile, Opera di Vienna), si uniscono due ballerini italiani che si stanno facendo onore all’estero:Tommaso Beneventi (Balletto Reale Svedese) e Lorenzo Alberti (Ballett X Schwerin – Mecklenburgisches Staatstheater). Con loro, Vsevolod Maievskyi (già Teatro Mariinsky di San Pietroburgo), Michele Satriano e Rebecca Bianchi (étoile, Teatro dell’Opera di Roma), al suo primo rientro in scena dopo essere diventata mamma per la quarta volta.
Ascolteremo il prologo di Romeo and Juliet, in realtà un sonetto, sussurrato alla piccola Julia/Giulietta dall’amico immaginario; ma Shakespeare scrisse un’intera raccolta di sonetti che hanno ispirato a Daniele Cipriani il suo spettacolo Giulietta. Essi sono dedicati alla persona (o persone) di cui lo scrittore si era invaghito: una giovane donna? Un giovane uomo? Una figura enigmatica, misteriosa (quanto il Bardo stesso), di cui non conosceremo mai l’identità. Chiamiamo anche lei (o lui) semplicemente “Giulietta”… oppure, ancora più semplicemente, “Amore”.
Foto prove ‘Giulietta’ di Riva & Repele con Eleonora Abbagnato e Julia.
Da citare il fotografo Massimo Danza.
Boomers ha colpito nel segno!
In un continuo rimando tra passato e presente, ironia e leggerezza, Marco Paolini accompagnato dalla splendida Patriza Laquidara e dai musicisti Davide Pezzin e Davide Repele, ha fatto riafforare ricordi e memorie condivise indelebili, emozionando il pubblico del Romano.
La voce di Patrizia Laquidara incanta il pubblico di “Boomers”
Ai microfoni l’artista spiega come la musica sia collante in scena e nella vita! Anche per lei da giovane, è stato così.
Marco Paolini ai microfoni per la prima di “Boomers”
“Si torna al bar della Jole – afferma Paolini – ma vent’anni dopo. E il passato approda nel metaverso. Un ponte non tra generazioni ma tra vite e diversità.
Marco Paolini porta in scena il suo nuovo spettacolo
A Verona la prima nazionale di “Boomers”.
Torna sul palcoscenico del Teatro Romano di Verona, venerdì 15 e sabato 16 luglio, Marco Paolini, artista simbolo che ha legato il suo percorso artistico alla storia dell’Estate Teatrale Veronese, festival organizzato dal Comune di Verona.
Per riprendere il filo interrotto con il pubblico, dopo due anni di pandemia, Paolini porterà, in prima nazionale, ‘Boomers’, nuova edizione dello storico ‘Bestiario Veneto’ riveduto e corretto a più di 20 anni di distanza. Un salto nei ricordi, nei frammenti di memorie condivise di un piccolo mondo non antico, ma tramontato, sepolto nella rapida trasformazione del paesaggio, del costume, della dipendenza da tecnologie portatili e pervasive. Lo spettacolotira fuori conflitti, dinamiche, percorsi, errori storici, occasioni perdute del passato prossimo di una generazione che ha avuto un impatto pesante sul pianeta sia in termini ecologici sia in termini tecnologici ed economici ma che, nel contempo, ha prodotto menti brillanti, personalità, energie e idee.
‘Boomers’ nasce dall’esperienza di un autore che ha fondato sulla memoria una parte importante del suo lavoro e oggi si interroga su quali siano le risposte possibili del teatro, luogo della finzione e della rappresentazione per vocazione, ad un mondo in cui esperienze virtuali e reali sono sempre più mescolate senza gradi di separazione netti. Con curiosità, con attenzione critica e senza pregiudizi si immagina un mercato dei ricordi in forma di gioco che anestetizza, chi lo comincia non potrà farne a meno. L’artista sarà accompagnato in scena dai musicisti Davide Pezzin e Davide Repele e da Patrizia Laquidara, una delle voci più intense e liriche della musica “leggera”, figura inafferrabile, poliedrica e brillante della musica d’autore contemporanea, che sul palco prenderà le sembianze di Jole.
I testi sono di Marco Paolini e Michela Signori, con la consulenza drammaturgica di Simone Tempia
e la regia di Marco Paolini. Musiche originali di Alfonso Santimone e Patrizia Laquidara, luci di Michele Mescalchin, fonica Piero Chinello, assistenza tecnica Pierpaolo Pilla, direzione tecnica Marco Busetto. La produzione è di Michela Signori, JOLEFILM.
Nata nel 1948 per volontà del Comune di Verona di rendere omaggio a William Shakespeare e sottolinearne il legame con la città scaligera, l’Estate Teatrale Veronese è realizzata dal Comune di Verona con la direzione artistica di Carlo Mangolini e la collaborazione di Arteven, e gode del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Veneto. Fondamentale il supporto degli sponsor che anche quest’anno sostengono il Festival. Oltre alla conferma di AGSM-AIM, del Banco Bpm e di Cattolica Assicurazioni del Gruppo Generali, per la prima volta si affianca all’Estate Teatrale Veronese il Consorzio del Lessini Durello.
Ulteriori informazioni sul sito www.spettacoloverona.it.
Biglietti in vendita al Box Office Verona di via Pallone 16. Online sui siti www.boxofficelive.it e www.boxol.it/boxofficelive. Nelle sere di spettacolo, direttamente a Teatro Romano, dalle ore 20. Speciali riduzioni per studenti delle scuole superiori, under 26 e over 65.
Romeo e Giulietta tornano adolescenti
Con le loro passioni, conflitti, amori, gli innamorati per eccellenza tornano ad essere adolescenti, anche sul palcoscenico. R+G è una riscrittura contemporanea in forma di doppio monologo, con testo di Tommaso Fermariello e regia di Stefano Cordella. Un canto a due voci accompagnato dalla musica elettronica, un vero e proprio dj-set.
Stefano Cordella e il suo R+G
Direttamente dalla voce del regista, ci addentriamo nella trama e della riscrittura di questo ‘Romeo e Giulietta’ contemporaneo. L’intervista a Stefano Cordella.
Romeo e Giulietta. In scena la generazione Z
A Teatro Romano gli innamorati più famosi l mondo tornano adolescenti, tra passioni e conflitti, accompagnati dalla musica elettronica.
Romeo e Giulietta tornano adolescenti. Con le loro passioni, conflitti, amori. Lunedì 11 luglio, al Teatro Romano di Verona, va in scena R+G, una riscrittura contemporanea della vicenda dei due innamorati in forma di doppio monologo, con testo di Tommaso Fermariello e regia di Stefano Cordella. Un canto a due vociaccompagnato dalla musica elettronica, un vero e proprio dj-set.
Liberamente ispirato aRomeo e Giulietta di William Shakespeare, lo spettacolo è una versione dirompente della tragedia, che lascia la parola a due ragazzi di oggi, interpretati da Caterina Benevoli e Duccio Zanone, travolti da qualcosa di molto più grande di loro.
Con musiche originali live di Gianluca Agostini, R+G è un canto elettrico, poetico, inquieto, un affondo viscerale nell’animo dei due giovanissimi protagonisti tra la violenza della provincia e la genuinità dell’amore adolescenziale. A condizionare la loro storia saranno anche le famiglie, la scuola e i giudizi della loro comunità. Lo spettacolo inserisce i temi e l’universalità dei grandi classici in un impianto scenico contemporaneo e accessibile a ogni tipo di pubblico.
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Musica e parola conquistano il Romano
Uno spettacolo che lascia senza fiato, che emoziona ad occhi chiusi. Musica e parola hanno conquistato il Romano per la prima nazionale dello spettacolo ‘Il mio cuore è con Cesare’, portato in scena da Alessandro Preziosi. Testo di Tommaso Mattei, musiche di Giacomo Vezzani. Un’interpretazione intensa che, senza costumi e scenografie, ha trasportato il pubblico in un tempo lontanissimo.